In campo è l'ultima a mollare. Dietro la scrivania è un vulcano. Le due esperienze hanno un denominatore: la Giavì Pedara. Alessandra Trovato, 40 anni appena compiuti, conserva l'anima di una giovane, che ha sempre voglia di mettersi in gioco e intraprendere nuove iniziative, e lo spirito di una lottatrice, l'ultima a mollare in campo quando indossa i panni di giocatrice e tecnico. Un mix di valori e di sensazioni che nello sport fa sempre la differenza e che le consente di dare sempre il massimo.
"Sono diversi anni - racconta - che sono la più grande in campo, credo che l'età conti poco l'importante è divertirsi, personalmente faccio poca differenza tra le giovani e le ragazze più esperte. Quello che loro sanno è che non devono prendermi come riferimento durante l'allenamento perché sono tra le più casinare, nonostante l'età"
E' una stagione importante quella della Giavì che ha intrapreso un nuovo percorso dalla prima squadra alle giovanili. "Sicuramente questa stagione , sarà fondamentale per i progetti futuri, il Clan ha rappresentato per me da atleta una seconda casa e se dovevo pensare a una collaborazione per la mia creatura l'unica realtà a me cara non poteva non essere che il Clan".
Cosa prova ad essere allenata nuovamente da Piero Maccarone?
"Piero è l'allenatore che tutte le ragazzine e non dovrebbero avere nel proprio bagaglio di atleta. Io mi reputo fortunata perché, nonostante l'età e la stanchezza delle mie giornate , riesco ad entrare in palestra con tanto entusiasmo, grazie alla voglia che il mio allenatore riesce a trasmettermi" .
.- Quaranta anni, oltre tre decenni sui campi. Cosa è cambiato dal primo giorno in palestra?
"Ho passato quasi tutta la mia vita con e per la pallavolo e credo che la voglia che avevo allora sia la stessa di adesso" .
Il momento più bello della sua carriera?
"La promozione in Serie B2 con la mia società 2 anni fa non credo che dimenticherò facilmente la partita a Santo Stefano"
La partita che vorrebbe rigiocare?
"Non c'è una partita in particolare, rigiocherei tutte le partite importanti , non badando al risultato ma solo per il piacere di rivivere le emozioni che queste partite mi hanno dato in questi anni"
Si aspettava di conseguire risultati così importanti con la Giavì?
"Quando è nata Giavì non pensavo che sarei riuscita a farla diventare quello che è adesso, e non sono solo le persone che me lo ricordano ma bensì i pomeriggi passati in palestra, i tanti bambini che riempiono la palestra ,e il loro sorrisi . Poi i risultati lasciano il tempo che trovano".
Da giocatrice ad anima della Giavì, qual è il suo sogno nel cassetto? Giocare la sua ultima partita della carriera con sua figlia in campo nella stessa squadra?
"L'idea di poter stare nello stesso campo con mia figlia Giada credo che sia qualcosa di indescrivibile, ma non credo che riuscirò a realizzare questo sogno perché l'età avanza e anche gli acciacchi".
Cosa si aspetta dal progetto Giavì&Clan?
"Sicuramente tanto lavoro, un estate intera a programmare per il bene delle tante ragazze che ci seguono . I risultati ? Arriveranno solo se si lavora con entusiasmo e dedizione e credo che lo staff che lavora per questo progetto sia il più preparato". |